Allarmi e incursioni a Genova 1940 / 1945

Tutte le volte che a bordo di un treno imbocco la galleria che da Principe porta a Brignole il mio pensiero và indietro negli anni, negli anni della guerra, ai primi allarmi del 1940/41, quando, a seguito di precise disposizioni, ad ogni allarme dovevamo raggiungere il rifugio indicato dal capo-fabbricato. Dal vicino luogo ove vivevo, con  mamma e nonna , papà era al fronte, ci portavamo in quella galleria. 
Ricordo il buio, lo sporco, il forte odore di escrementi, e quel silenzio rotto unicamente dal ronzio delle pile a dinamo dei sorveglianti.

I primi bombardamenti avvennero sempre e solo in piena notte, questo finché gli incursori non si resero conto che nulla avevano da temere dalla nostra contraerea. Al suono delle sirene, tutta la città "si spegneva" , il dover percorrere salite e mattonate nella completa oscurità creava grandi difficoltà.  La maggior parte delle famiglie erano composte da anziani, donne e bambini, ognuno, portava con sé quel che poteva, i ricordi, le piccole cose di valore e le coperte per proteggersi dal freddo della galleria. Le prime furono fughe caotiche ma successivamente ci si organizzò preparando alla sera le cose necessarie al dover trascorrere un eventuale notte nel rifugio, una piccola valigia con eventuali generi alimentari per i più piccoli, le soprascarpe in gomma, l'ombrello, la pila (per chi aveva la fortuna di possederla) calzettoni e maglieria di lana, al momento dell'allarme si recuperavano le coperte dal letto ci si incappottava si aprivano tutte le finestre per evitare che gli spostamenti d'aria potessero frantumare i vetri.

In seguito con il passare del tempo ed in conseguenza dei falsi allarmi (1) e delle incursioni improvvise (2), si prese confidenza con i bombardamenti e si lasciarono i luoghi sicuri per le cantine del caseggiato. I bombardamenti continuarono con sempre maggior vigore distruggendo vite, affetti, aspirazioni e cose care.
Oggi dimentichi di tutto ed inseriti nel nostro fittizio benessere siamo totalmente disinteressati della distruzione di interi popoli, convinti che tutto abbia temine premendo il tasto "off" sul telecomando del televisore.

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(1)  Il totale fu di 596 allarmi, a 56 di questi seguì l'incursione. Un così alto numero di "falsi allarmi" (540) indusse la popolazione ad attendere l'arrivo degli aerei prima di ricorrere ai rifugi, il minor tempo concesso indusse la popolazione ad usufruire di ricoveri meno sicuri ma più vicini all'abitazione, cantine o fondi dei caseggiati 
(2) Nel periodo più drammatico, dall'agosto 1944 alla fine del conflitto, l'ente preposto ad allertare la popolazione fu totalmente inefficiente, in questi ultimi mesi di guerra vi furono 234 allarmi e 41 incursioni ma 30 di queste giunsero sulla città senza preavviso alcuno per la popolazione.


Gli eventi

Le incursioni del 1940/43

Le incursioni del 1944/45

I danni causati alla città
Doria 25 Aprile 1945: Ultima incursione aerea


Carte d'identità della Repubblica Sociale Italiana
(Nella prima la soprastampa ad inchiostro riporta: "pubblica Sociale Italiana" sfruttando il Re di Regno. (economie di guerra!)

Pila a dinamo in dotazione ai vigilatori gallerie